Approfondimento sulla soia

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Da sempre presente nella dieta delle popolazioni orientali, la soia è un legume che sta “conquistando” anche i paesi europei. Rappresenta un alimento immancabile nelle diete basate su menù vegetariani, in aggiunta ai legumi di uso comune, consumata come tale o sotto forma dei suoi derivati: latte di soia, tofu, tempeh, ma anche salsa di soia e tamari…

Quali benefici

Come gli altri legumi, la soia si contraddistingue per il contenuto di proteine (36.9 g/100 g di prodotto secco), vitamine e minerali, è priva di colesterolo ed i grassi presenti sono polinsaturi.

Viene spesso considerata un alimento funzionale, con effetti positivi sulla salute in aggiunta al valore nutrizionale:

  • contiene fitoestrogeni, sostanze naturali che “mimano” l’effetto degli estrogeni animali e la cui assunzione regolare è stata associata ad una lieve attenuazione dei sintomi della menopausa;
  • diversi studi evidenziano che l’incidenza di tumori al seno e di osteoporosi tra le donne asiatiche, abituate a consumare fin da piccole la soia, sia statisticamente più bassa rispetto all’incidenza nelle donne europee ed americane;
  • studi, sebbene non definitivi, evidenziano anche un effetto sia nel prevenire sia nell’ostacolare la proliferazione delle cellule tumorali nel seno e nella prostata;
  • infine, la soia ha un effetto positivo sui livelli ematici di colesterolo, riducendo il colesterolo “cattivo” (colesterolo LDL) del 10-15%.

Quali rischi

Come è accaduto per molti alimenti, la soia è stata oggetto sia di lodi smisurate per i suoi potenziali benefici, sia di allarmismi eccessivi. La verità è che essa costituisce un ingrediente da privilegiare per il suo alto contenuto di proteine, fibre, vitamine quali potassio, magnesio, ferro, acido folico e niacina.

A meno che non sia presente un’allergia specifica, può tranquillamente essere inserita nella propria dieta.

Gli OGM

Motivo di diffidenza è il rischio che la soia sia OGM, ovvero modificata in laboratorio per resistere meglio all’ambiente e ai parassiti. La forma OGM è particolarmente diffusa negli Stati Uniti date le particolari condizioni del terreno. Quanto alla produzione europea, la situazione è diversa da stato a stato, ma la maggior parte dei Paesi non ne produce in quantità sufficienti a coprire il fabbisogno interno.

Alcuni temono che la soia sia da evitare perché geneticamente modificata e pensano che un’alimentazione a base vegetale sia più “rischiosa” in questo senso.

Si tenga presente che moltissime aziende di alimenti vegetali rivendicano la totale assenza di OGM nei loro prodotti ed utilizzano materie prime sicure in tal senso. Inoltre, da aprile 2004 c’è l’obbligo di indicare in etichetta l’eventuale presenza di OGM, così da dare al consumatore la possibilità di scelta.

Non esiste, invece, l’obbligo di dichiarare che gli animali destinati al consumo umano sono stati nutriti con gli OGM, così come non è possibile conoscere il tipo di alimentazione seguita dagli animali allevati fuori dall’Italia o la reale composizione di molti prodotti importati.

Quindi se gli OGM non si assumono direttamente dai vegetali, per scelta, si potrebbero ritrovare nel piatto per vie traverse: carne, pesce (d’allevamento), latte, formaggi e uova.