Le linee guida – parte I

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La divulgazione scientifica e le linee guida

Quando si tratta di salute, molte notizie e pratiche che esulano dalla medicina ortodossa possono essere considerate dannose nel breve e nel lungo termine. Per far fronte alla loro diffusione crescente ed incontrollata, le organizzazioni nazionali ed internazionali che si occupano di salute e le società scientifiche diffondono linee guida specifiche per i diversi campi medici. Esse rappresentano un valido strumento per la programmazione sanitaria ed un supporto decisionale per i professionisti.

Così come stabilito dal Piano Sanitario Nazionale italiano, le linee guida sono “l’elaborazione sistematica di indicazioni basate sulle evidenze disponibili, secondo standard raccomandati, nel rispetto del principio di appropriatezza“.

Oltre ad essere utile per i professionisti, la loro pubblicazione periodica può giovare anche alla popolazione, educandola ed indirizzandola verso abitudini e scelte che migliorino lo stato di salute.

Perché siano valide, le linee guida devono essere caratterizzate da requisiti caratteristici dell’ambito scientifico, tra i quali vanno ricordati:

  • la validità di quanto affermato;
  • la rappresentatività;
  • l’univocità;
  • il supporto di evidenze scientifiche.

Da quanto scritto, è evidente che anche per quanto riguarda l’alimentazione non tutto ciò che viene detto può essere considerato attendibile. Occorre quindi saper distinguere con occhio critico quanto viene basato sulla verità medica e quanto, al contrario, viene affermato in base ad esperienze limitate o ad un’interpretazione parziale dei dati scientifici.

La formulazione delle linee guida, infatti, è caratterizzata dalla revisione sistematica delle evidenze scientifiche, delle quali viene valutata non solo la veridicità e l’applicabilità ma anche il suo reale impatto su un gruppo ampio ed eterogeneo di individui.

Un aspetto fondamentale delle linee guida ufficiali è inoltre l’interdisciplinarietà. Perché esse riflettano la globalità della popolazione a cui si rivolgono, le indicazioni raccolte nelle linee guida per l’alimentazione non possono essere redatte unicamente da esperti nel campo della nutrizione ma devono coinvolgere anche professionisti di altri ambiti della salute pubblica, nonché quelli competenti in tema di agricoltura, di economia e di comunicazione. La caratteristica dell’interdisciplinarietà del comitato per l’elaborazione delle linee guida è una peculiarità che la stessa FAO ha auspicato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, mediante il Dipartimento di Nutrizione per la Salute e lo Sviluppo (NHD), in collaborazione con la FAO, fornisce periodicamente indicazioni aggiornate sui fabbisogni e sulle assunzioni raccomandate dei nutrienti. Ciascun paese può decidere se adottare tali e quali queste indicazioni nelle proprie linee guida oppure considerarle un punto di partenza per definire i propri standard.

In Italia i livelli di assunzione raccomandati di energie e nutrienti sono stati recentemente forniti dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), al termine di un’attenta revisione e valutazione delle edizioni precedenti. Esse rappresentano il punto di partenza per tutti i piani alimentari bilanciati e completi dal punto di vista nutrizionale.

Per quanto riguarda invece la pubblicazione di linee guida fruibili dalla popolazione italiana, l’ultima revisione risale al 2003 ed è stata curata dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), oggi Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (CRA-NUT).

In maniera simile, ogni paese ha delle proprie linee guida nazionali, formulate da un comitato scientifico appositamente incaricato dal Ministero della Salute e da quello dell’Agricoltura.

Redatto da Progeo s.r.l.

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